Arcangelo Lo bianco |
|||||
|
|||||
DATA PUBBLICAZIONE 13/10/2010 |
|||||
Presidente Associazione Nazionale Bonifiche ” II 2000 è il secolo dell’acqua rispetto a quello precedente che è ” Esprimo tutta la mia soddisfazione nel trovarmi nell’ambito del Consorzio, perchè già ci siamo trovati alcuni anni fa, non pochi, a parlare in quel momento della tabacchicoltura attraverso l’azione del Consorzio per uno sviluppo di quel settore lì. Ma la soddisfazione deriva anche dal fatto che non siamo alla posa della prima pietra ma siamo alla constatazione della realizzazione di un’opera. E colgo anche l’occasione della presenza di un Ministro della Repubblica e dell ‘Assessore Regionale all’Agricoltura per dire, sia pure in pochissime battute, un pensiero, per rappresentare un pensiero che è nel contempo di soddisfazione ma anche di preoccupazione. Il Presidente Gambacorta, nel presentarci questa mattina l’opera, ha parlato degli obiettivi che si era prefisso il Consorzio: risanamento idrogeologico, valorizzazione del comprensorio, infrastrutturazione irrigua; il tutto nel contesto di una salvaguardia ambientale e ha anche accennato a un progetto di zone interne con la richiesta fatta alcuni anni fa al Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica di uno studio sugli effetti dei cambiamenti climatici e sulle colture, sul pericolo dei danni idrogeologici dell’Italia meridionale. Perchè dico queste cose, perchè pochi giorni fa si è svolta a Roma l’Assemblea annuale dell’Associazione delle bonifiche e fra i temi che abbiamo trattato vi è stato quello della preoccupazione delle risorse idriche. E allora qual è la conclusione di queste brevissime considerazioni che voglio fare in presenza del Ministro Zecchino, che io conosco da vecchia data per essere sensibile a certe questioni: la mia preoccupazione è che ancora oggi i poteri forti parlano di queste cose di spreco dell’acqua, come si è parlalo a suo tempo di spreco di invasi, di dighe per altri motivi. L’acqua oggi fa gola. E non a caso il Presidente Gambacorta, nella sua introduzione, ha parlato di qualcosa che è sfuggito ( io approfitto perchè di solito quando parliamo di queste cose ci sono gli addetti ai lavori, mentre oggi ci sono delle persone estranee), ha detto qualcosa sul risparmio idrico, ha parlato di tessere elettroniche e condotte interrate. Cioè non è vero che chi gestisce i Consorzi oggi, che sono autogestiti dagli stessi consorziati ed autofinanziati, per ciò che riguarda la gestione abbiano interesse a sprecare acqua e non conservarla per le future generazioni. In effetti, ci sono condotte di 50 unni fa, ci sono situazioni che vanno riviste: non a caso noi stiamo dicendo da anni, proponendo da anni un programma straordinario di manutenzione per rifare le tubature: in Italia si parla solo delle tubare di acqua potabile ma non si parla delle tubature irrigue. E quando c’è la possibilità, ne ha parlato il Presidente, si è arrivati anche a regolare l’irrigazione con le tessere elettroniche. Queste cose vanno dette perchè molte volte i Consorzi sono visti come delle botteghe, come dei carrozzoni, c’è prevenzione nei riguardi dei Consorzi. Io non voglio difendere quelle gestioni che non vanno difese: io voglio soltanto far rilevare proprio quello che diceva poc’anzi l’ing: D’Occhio che cosa rappresenta questa istituzione oggi, nel nostro Paese, che vive sul territorio, che ha fatto nel suo comprensorio che si identifica con il bacino idrografico e che ha realizzato quello che da anni si è andato dicendo, anzi ha anticipato la “183” sulla difesa del suolo, la “36 ” sulle risorse idriche, e ha trovato finalmente un riferimento nel Decreto Legislativo “152”, fatto dal Ministero dell’Ambiente, che ha riconosciuto (Io ho riconosciuto nei giorni scorsi a Roma il Ministro Pecoraro Scanio, il Ministro Calzolai), questo passo in avanti che hanno fallo i consorzi che agiscono per lo “sviluppo sostenibile”. Se questo è vero, guardiamo quest’opera che è l’inizio, che premette una nuova iniziativa, come diceva il Dott. Pilo, che è nel contempo un’oasi naturalistica ed un Parco naturale della Baronia. Questo dimostra conferma che il quarto tempo della bonifica dopo quella igienica dopo quella produttiva, dopo quella idraulica, che è in piena attuazione, se questo è vero guardiamo queste istituzioni che stanno sui territorio come delle istituzioni elle non i.!evono avere la pretesa di programmare, perchè la programmazione spetta all’Ente Regione, ma che devono porsi come stumento al servizio della difesa del territori, quindi della gestione delle due risorse, suolo e acqua, come delle nuove Istituzioni che hanno competenze perché vivono a contatto con iI territorio. Una seconda ed ultima considerazione. Perché questa diga? Se noi pensiamo che oltre il 70% dei consumi primaverili-estivi dell’Italia meridionale e insulare proviene da serbatoi artificiali che sono circa un centinaio, tra quelli ad uso promiscuo e quelli dell’ENEL, ci rendiamo conto di che cos’è per il nostro Mezzogiorno I’acqua e di cosa rappresenta una diga. Sono stato nei giorni scorsi nel Nord, dove sono andato a discutere per rimediare ai disastri venuti dall’acqua, quindi posso dire mentre nel Nord esiste il problema di incanalare le acqua, qui al Sud vi è il problema di trovarle. E’ stata ricordata la diga della Sardegna, si è trovalo anche il Dott. Pilo con il Presidente della Repubblica che l’ha inaugurata.per pensare che cosa vi è dietro I’inaugurazione di una diga, Io sforzo procedurale e le anticamere degli Ammistratori che hanno dovuto fare. E caro Ministro Zecchino, proprio questa questione lamentiamo, che facciamo convegni, scriviamo molte relazioni ci sono molte volle degli stanziamenti, però ecco, i fondi spesso o quasi sempre non sono sufficienti, arrivano dopo diversi anni. C ‘è ancora una situazione di tempi, di procedure, per la quale sarebbe necessaria una semplificazione. Mi rivolgo ora all’Assessore Aita e dico con la chiusura della passata legislatura regionale, la settima, il quadro legislativo delle regioni si e completalo, l’ultima Regione che non aveva ancora la legge sulla bonifica era il Piemonte. Alcune le leggi le hanno rifatte. Tulle le leggi regionali riconoscono, riconfermano la presenza dei Consorzi di Bonifica quali soggetti operanti sul territorio per la realizzazione della difesa del suolo, dell’approvvigionamento delle acque il prevalente uso irriguo e per la salvaguardia dell’ambiente. Allora guardiamo queste nuove istituzioni che certamente si sono democratizzate in questi ultimi tempi, che non rappresentano più soltanto gli interessi dell’agricoltura, ma in molle zone anche la difesa idraulica. |