Sen. Ortensio Zecchino |
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DATA PUBBLICAZIONE 13/10/2010 |
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Ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica “II medioevo, come condizioni di vita nella realtà delle nostre campagne, è finito nella nostra generazione …” “Caro Presidente. i riniti ci impongono questo distacco, ma i rapporti con il Presidente Gambacorta sono antichi e molto personali, cari (.unici, consentitemi di rivolgermi a voi con questo appellativo, tutti voi della presidenza, Signor Questore, Signori Sindaci, cari consorziati,eh i parla per ultimo ha questo privilegio ma lui anche lo svantaggio di sapere che parla quando il grado di attenzione e la capacità di ascolto e il grado di sopportazione sono giunti ai limite ed io terrò conio di questa condizione e dirò solo poche cose. Avete sentito interessanti interventi tutti, tante angolazioni sono state toccale, lo voglio aggiungere o specificare soltanto pochissime cose. Noi siamo contenti perché inauguriamo un’opera fatta, un’opera che è la più importante opera fatta dal Consorzio di Bonifica dell’Ufita, che, è stato sottolineato dall’Assessore, e un Ente che opera da 50 anni con grande benemerenza rispetto a questa realtà. Io avrò usato questa espressione altre volle, ma la voglio ripetere ancora qui oggi. Il Medioevo come condizioni di vita nella realtà delle nostre campagne e finito nella nostra generazione. Le condizioni di vita 40 anni fa qui non erano molto dissimili da 800 anni fa. La vita rurale era così e chi di noi ha avuto questa occasione di leggere, di vedere ed io (sto denunciando la mia anagrafe) ho avuto questa possibilità di vedere la vita delle nostre contrade, delle nostre campagne assolutamente ancorate a quello che noi possiamo leggere sui libri del medioevo, adesso ci dona libri sulla vita quotidiana, la vita nelle campagne, adesso chi legge quei libri ritrova le immagini che ha impresso nel tempo di 25 o 30 anni fa. Il Consorzio di Bonifica ha avuto uno straordinario merito nella trasformazione delle condizioni di vita, gli acquedotti, gli elettrodotti, per dire le condizioni minime, le strade interpoderali, insomma grandi meriti. E dobbiamo dire che i meriti non sono fatti di astrazioni, ma sono fatti di persone. Michele Gambacorta oggi è un Presidente attivo che ci consegna quest’opera e ci promette impegni forti verso l’altra grande realizzazione, l’altra grande diga sul Fiumarella, alla quale tutti hanno lavorato: Grande suo predecessore dopo un lungo tempo commissariale: Falessi, del quale è stata sottolineata la straordinaria sua capacità ed impegno: Tardone; Antonio Morelli; Enzo Aliperta che è stata l’ultimo Presidente prima della nuova gestione. Ma voglio ricordare Alfonso Tanga che è stato Direttore di questo Consorzio fino al tempo in cui e stato eletto parlamentare ma è stato in tempo in un certo senso pioneristico. E questo Ente. Io ha sottolineato prima sul ponte Michele Gambacorta, e espressivo dell’autonomia delle categorie, della proprietà ci induce a molte considerazioni oggi che tutti parliamo di autonomismo.Un Ente che riesce ad organizzare con poche risorse, io lo so è stato detto anche nell’ultimo intervento del Sindaco di Castel Baronia, l’amico Vito Salvatore, a conti fatti 200 unita lavorative in più in quest’area – voi sapete bene cosa non facciamo per avere industrie- oltre ad aver realizzato una condizione di miglioramento ambientale. Questi sono dati di straordinaria importanza. La diga Fiumarella che è più di 10 volte questa come dimensioni, se capisco bene Prof. Viparelli. ci dovrebbe promettere più di 10 volte i vantaggi, questo ci dovrebbe indurre a premere tutti, lo dico al Direttore Generale Pilo e al Presidente Lo bianco, che ha sottolineato con forza come il problema delle risorse idriche è un problema drammatico soprattutto per il Mezzogiorno. Io debbo dirvi che come Ministero dell’Università e soprattutto della Ricerca Scientifica, noi puntiamo su un progetto strategico sulle risorse idriche nel Mezzogiorno. Questo è un dato al quale si lega in gran parte quello che avete dello, del secolo dell'”Oro blu “. ecc. Questo è il secolo in cui dobbiamo realizzare insieme questo equilibrio. Questo territorio noi dobbiamo difenderlo, dobbiamo saperlo accrescere in termini di risorse, dobbiamo saperlo migliorare, abbellire. Questo che facciamo che può sembrare nel tempo della new-economy uno sguardo al passato, ma è uno straordinario investimento per il futuro dell’uomo, anzi e una necessità tanto più forte quanto più noi dobbiamo compensare questa prospettiva che rischia in qualche modo di meccanizzarci tutti anche nella condizione psicologica. E queste sono ragioni che, nel tempo in cui siamo tutti macchine inserite in questi vorticosi meccanismi che accelerano la nostra vita fino a non farci accorrere del suo lento ma tutto sommalo progressivo sviluppo verso la fine della vita di ciascuno di noi, in queste condizioni, abbiamo smarrito questa capacita di fermarci sulle cose vere. Oggi è festa, è festa vera perché è festa insieme dell’impegno tecnologico. Ci sono grandi sforzi alle spalle, come ha detto Falessi, ogni realizzazione noi la vediamo ce ne compiacciamo ma quante fatiche, quante altalene tra momento di speranza di grande smarrimento fino alla volontà di gettare la spugna. Perché tutte le grandi opere, e questa nel nostro piccolo e una grande opera, questo significa che questo insieme di energia, di volontà che hanno finito cooperando per realizzare il risultato. Quindi ci sono queste fatiche a! le spalle, e ‘è questa piacevolezza che è il Sono tutte queste ragioni che ci fanno esprimere un forte compiacimento e un forte ringraziamento. |